Olio al tartufo
come si prepara a casa

La Taverna del Pecorino di Matteo Pasquetti

Prima di parlare della ricetta per l’olio al tartufo, parliamo di questo tesoro dal sapore e dai profumi, che ha affascinato gli amanti del cibo e i ricercatori di profumi particolari per secoli. Originario delle regioni europee e asiatiche, il tartufo è uno dei prodotti alimentari più prelibati e costosi al mondo. La sua storia affonda le radici nell'antichità, dove ha assunto significati culturali, religiosi e culinari di notevole importanza.

L’importanza del tartufo nella storia


Le prime tracce dell'uso dei tartufi risalgono all'antica Grecia e Roma. Questi delicati funghi sotterranei erano considerati prelibatezze e venivano spesso presentati in banchetti e festività. Gli antichi romani credevano che i tartufi fossero doni degli Dei, e la loro fama crebbe ulteriormente quando il poeta e gastronomo romano Marco Gavio Apicio scrisse di loro nei suoi ricettari. Apicio considerava i tartufi una prelibatezza culinaria e li utilizzava abbondantemente nelle sue creazioni gastronomiche. I tartufi non erano solo considerati cibi prelibati, ma avevano anche significati simbolici e religiosi. Gli antichi romani, ad esempio, associavano i tartufi a Venere, la dea dell'amore e della bellezza, creando un legame tra la loro forma "nascosta" e la sessualità. Allo stesso tempo, erano visti come simboli di lusso e ricchezza.

In alcune culture antiche, i tartufi erano utilizzati come rimedi medicinali. I Greci, ad esempio, ritenevano che i tartufi avessero proprietà curative e venivano spesso prescritti per trattare varie malattie.

Dopo l'era romana, il tartufo divenne popolare in molte parti d'Europa durante il Medioevo. L'associazione con il paganesimo e la crescente influenza della Chiesa cattolica portarono a un'immagine meno positiva del tartufo, considerato a volte come cibo "demoniaco" o poco raccomandabile.

Tuttavia, nel Rinascimento, il tartufo ritornò in auge grazie alla sua riscoperta come prelibatezza culinaria. Nel XVII secolo, il re francese Luigi XIV considerava i tartufi una delizia, rafforzando ulteriormente la loro popolarità nella gastronomia europea.

Ricetta dell'Olio al Tartufo



Gli ingredienti

1 tazza di olio d'oliva di alta qualità (preferibilmente extra vergine)
1-2 grammi di tartufo fresco o tartufo essiccato (nero o bianco, a seconda della disponibilità e delle preferenze)

Si possono utilizzare tartufi freschi o essiccati per preparare l'olio al tartufo. I tartufi neri e bianchi sono le varietà più comuni, ognuna con il proprio profilo aromatico. Se si usano tartufi freschi, assicurarsi di pulirli accuratamente per rimuovere eventuali residui di terra. Usare una spazzola morbida o un panno umido per pulire delicatamente la superficie del tartufo. Successivamente, si affetta a fette sottili permettendo al suo aroma di diffondersi meglio nell'olio.

Se si utilizzano tartufi essiccati, macinarli in polvere utilizzando un tritatutto o un mortaio e pestello. La polvere di tartufo essiccato si mescolerà meglio con l'olio extra vergine di oliva, distribuendo uniformemente il suo aroma, garantendo un sapore ricco e autentico.

Assicurarsi che le fette di tartufo fresco o la polvere di tartufo essiccato siano completamente immerse nell'olio d'oliva e chiuse in un contenitore ermetico. Lasciare riposare per almeno 1-2 giorni. Una volta che l'olio avrà assorbito il sapore del tartufo, sarà pronto per essere utilizzato.

L'olio al tartufo ha un sapore molto concentrato, quindi ne serve solo una piccola quantità per impreziosire il piatto. Conservare l'olio in un luogo fresco e buio per preservare al meglio il suo aroma.